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Via Castello 4, 23801 Rossino di Calolziocorte (Lecco)
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Territorio

Un territorio tutto da amare...

I terrazzamenti del Parco della Vigna del Castello di Rossino si affacciano sul manzoniano lago di Como (o Lario), che nel 2014 è stato classificato come il lago più bello del mondo dal quotidiano online “The Huffington Post”, per il suo microclima e per il suo ambiente costellato da ville e villaggi. La sua inusuale e articolata geometria viene spesso paragonata a una “Y” rovesciata o – come recita un diffuso detto locale – a quella di un uomo: “Il lago di Como ha la forma di un uomo, una gamba a Lecco e quell’altra a Como, il naso a Domaso e il sedere a Bellagio”.

 

Partendo da Como e risalendo lunga la sponda occidentale (la più frequentata), si incontra Cernobbio, sede di ville monumentali quali Villa d’Este, Villa Erba e Villa Pizzo (quest’ultima costruita nel XVI secolo); dopo Laglio – il paese noto per la residenza dell’attore George Clooney – Brenno è uno dei borghi più antichi, rimasto praticamente intatto da oltre un secolo.

 

L’unica formazione insulare del lago è l’isola di Comacina, roccaforte medievale indipendente che si alleò col comune di Milano durante la guerra decennale contro Como (1118-1127): oggi disabitata, conserva tuttora la secentesca chiesetta di San Giovanni – unica rimasta delle nove presenti – la locanda con annesso ristorante (famosa per i soggiorni del regista Alfred Hitchcock) e le piccole costruzioni razionaliste opera dell’architetto Pietro Lingeri. La penisola del Lavedo delimita il Golfo di Venere e culmina nella Villa Balbianello, patrimonio del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), dove sono state girate scene di film come “Piccolo mondo antico”, “Guerre Stellari” e “Agente 007 – Casinò Royale”.

Al limite settentrionale del lago, alla confluenza dei fiumi Mera e Adda, si stende l’oasi naturale del Pian di Spagna, area pianeggiante di grande interesse naturalistico, mentre poco più a sud si trova il pittoresco borgo di Corenno Plinio, famoso per le sue attività sportive legate alla vela e ai windsurf. Al centro del Lario, Lierna è chiamata “la piccola perla del lago di Como” con Riva Bianca, mentre a Varenna è possibile visitare l’eclettica Villa Monastero, che ospita allo stesso tempo un giardino botanico e una casa museo. Da Varenna, il traghetto con trasporto auto permette di sbarcare a Bellagio, situata sulla punta del promontorio che divide i tre rami del Lario, nota per le sue ville monumentali (Villa Melzi e Villa Serbelloni, sede della fondazione Rockfeller), nonché per la scalinata dei negozi sulla quale si affaccia la casa di Franz Liszt, ove trascorse una giornata il presidente Kennedy.

 

Scendendo verso Como, a Nesso, sono da segnalare le antiche case raccolte intorno all’imboccatura dell’orrido – una profonda e pittoresca gola naturale situata allo sbocco delle valli di Tuf e Nosè – e il ponte medievale della Civera. La misteriosa Villa Pliniana a Torno merita sicuramente una visita: nelle sue sale, nei secoli passati, furono ospiti Napoleone, Alessandro Manzoni, Ugo Foscolo, Stendhal, Byron, Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini e Gioachino Rossini. Leonardo da Vinci studiò la fonte intermittente che sgorga da una roccia, oggi racchiusa nella corte interna dell’edificio; Antonio Fogazzaro vi ambientò il romanzo “Malombra”, e Mario Soldati girò qui l’omonimo film tratto dal libro.

È attivo sul lago un servizio di navigazione di linea: le crociere più lunghe fanno capo a Como, con partenze alla mattina, rientro alla sera e possibilità di sosta nelle località prescelte. Il servizio è attivo da quasi due secoli ed è inserito a pieno titolo nella storia stessa del territorio.

Il Resegone: una montagna tutta da scoprire

La vicinanza del Castello di Rossino al Resegone, detto anche Monte Serrada, lo rende una perfetta base di partenza per gli appassionati di alpinismo ed escursioni in montagna.

Citato anch’esso da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, viene descritto proprio in apertura del romanzo: “La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune”.

Numerosi sentieri si dipanano dai comuni bergamaschi di Brumano, Fuipiano e Morterone, nonché frequentate vie di ascesa scialpinistica.

Il versante lecchese è caratterizzato invece da svariati canali molto noti tra gli appassionati di alpinismo, oltre che da numerose vie ferrate, di cui Erve – sopra al paese di Rossino – costituisce il punto di partenza.

I vitigni dell'alto lago

Il Castello di Rossino è situato in una zona molto rinomata – oltre che per il turismo – anche per i propri vitigni. Lasciandosi alle spalle il centro del lago di Como, ci si addentra nell’Alto Lago e si raggiunge la cittadina lacustre di Domaso, dove un ambizioso progetto di recupero territoriale in chiave viticola ha permesso di reimpiantare un’antica uva locale a bacca bianca , la Verdesa, e di associarvi altri vitigni complementari come il Sauvignon, il Merlot, il Croatina e il Sangiovese. In questa terra le vigne terrazzate, esposte al clima temperato e ventilato della sponda occidentale del Lago di Como, producono uve di riconosciuta qualità, da cui nascono il Domasino bianco IGT Terre Lariane, che si caratterizza per la sua freschezza e per i delicati profumi floreali ed il Domasino rosso IGT Terre Lariane, dal colore rubino brillante, con una piacevole fragranza di frutta rossa.

Spostandosi a nord del lago, invece, l’area alpina della Valtellina è famosa per il vitigno di Nebbiolo (localmente chiamato Chiavennasca), da cui si ottengono vini come Valtellina Superiore DOCG con le sottozone Sassella, Grumello, Inferno, Valgella. Questi vini, pur mantenendo caratteristiche molto simili in gioventù, si diversificano invecchiando in una serie di delicate sfumature e di fragranti bouquet, dovuti alla natura morfologica del terreno e all’esposizione dei vigneti.

Di grande rilievo è stato, nel 2009 e su tutto il territorio del lago di Como insistente sui comuni e sulle province di Como e Lecco, l’ottenimento del riconoscimento “IGT Terre Lariane”, costituito dalla volontà delle aziende “Per la promozione e la tutela dei vini I.G.T. Terre Lariane”, in forma abbreviata “Consorzio Vini I.G.T. Terre Lariane”. Tale Consorzio sta tuttora portando avanti lavori di identificazione del territorio, ricerca storica relativa ai luoghi che hanno già conosciuto in passato la coltivazione della vite, studi dei terreni, delle uve, dei microclima, dell’aria e dell’acqua, nonché promuovendo diversi progetti per la valorizzazione della viticoltura dell’IGT Terre Lariane.

Anche il vino prodotto dai vigneti del Castello di Rossino rientra nel disciplinare “IGT Terre Lariane”, l’azienda agricola del castello fa infatti parte del consorzio, rientrando dunque nel programma di valorizzazione e rivalutazione dell’area che abbraccia il lago di Como.

La regione Lombardia

Il Castello di Rossino, essendo situato vicino ai principali centri della Lombardia, rappresenta un perfetto punto di partenza per esplorare i suoi tesori. Spesso identificata come una regione con vocazione strettamente economica, possiede invece un patrimonio artistico di eccezionale valore, ospitando il maggior numero di Patrimoni dell’Umanità protetti dall’UNESCO in Italia, tra cui:

Il Cenacolo Vinciano: la più famosa rappresentazione dell’Ultima Cena, il capolavoro di Leonardo da Vinci e del Rinascimento italiano databile al 1494-1498, è conservato nell’ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. Nel 2013 è stato il dodicesimo sito statale italiano più visitato, con oltre 400.000 visitatori.

Da sottolineare una curiosa coincidenza: Leonardo da Vinci ricevette nel 1482–appena giunto a Milano–un incarico da parte Ludovico il Moro per studiare un sistema che permettesse la navigazione proprio dal lago di Como fino a Milano. Una soluzione al problema è rintracciabile all’interno di alcuni suoi disegni del “Codice Atlantico”, dove è possibile riconoscere il tratto di rapide del fiume Adda in prossimità del santuario della Madonna della Rocchetta: il genio fiorentino, durante il suo lungo soggiorno milanese, era infatti solito frequentare abitualmente questi luoghi, e qui trovò ispirazione per lo sfondo de “La vergine delle Rocce”.

– Crespi d’Adda: frazione del comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, è sede di un villaggio operaio, operante nel settore tessile cotoniero sorto grazie a Cristoforo Benigno Crespi nel 1875. A partire dal 1995, il “Villaggio operaio di Crespi” è entrato a far parte della Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, in quanto uno degli esempi meglio conservati di villaggio operaio industriale che esistano al mondo.

– Le incisioni rupestri della Val Camonica: si trovano in provincia di Brescia e costituiscono una delle più ampie collezioni di petroglifi preistorici del mondo, nonché il primo Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO, nel 1979. Finora, sono più di 140.000 le figure riconosciute, ma nuove ininterrotte scoperte hanno progressivamente aumentato il numero complessivo delle incisioni catalogate, fino a oltre duecentomila.

– Il Sacro Monte del Rosario: il Sacro Monte di Varese fa parte del gruppo dei nove Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, inseriti nel 2003 dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità. È costituito da quattordici cappelle, dedicate ai misteri del Rosario, che a loro volta conducono al santuario di Santa Maria del Monte, luogo di pellegrinaggio sin dal Medioevo. Quest’ultimo funge da quindicesima cappella, e conserva al suo interno un organo neoclassico del 1831, opera di Luigi Maroni Biroldi.

– Il Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso: complesso situato a Ossuccio, sulla riva occidentale del lago di Como, giace su un dirupo a 400 metri sul livello del mare, di fronte all’isola Comacina. Le quattordici cappelle facenti parte del comprensorio, tutte costruite tra il 1635 e il 1710, sono in stile barocco e conducono al santuario edificato nel 1532, posto sulla sommità a completamento simbolico della corona del Rosario. Anch’esso fa parte del gruppo dei nove Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, inseriti nel 2003 dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità.

– Brescia e Castelseprio: rientrano nel sito seriale “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”, inserito dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio dell’Umanità nel 2011. A Brescia sono custoditi il monastero di Santa Giulia con la basilica di San Salvatore e l’area archeologica del foro romano, mentre a Castelseprio, in provincia di Varese, il sito riconosce l’area del castrum con il monastero di Torba, la chiesa di Santa Maria foris portas con i suoi affreschi e i ruderi della basilica di San Giovanni Evangelista.

– Mantova e Sabbioneta: dal 2008 le due città d’arte, entrambe accomunate dall’eredità lasciata loro dai Gonzaga, che ne hanno fatto tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, sono state inserite nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

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